martedì 30 aprile 2013

25 modi per indossare un foulard

Questo link per noi donne è molto ma molto utile... sono 4 minuti e 50 secondi di puro apprendimento!



Pensate anche solo a dieci modi differenti di indossare una sciarpa o un foulard. Probabilmente vi perdereste al quinto tentativo, come ha provato la sottoscritta. Wendy Nguyen, una delle fashion blogger più in voga al momento, ha proposto invece questo geniale video, in cui ci propina ben venticinque modi di legarsi al collo questo indispensabile accessorio. Resterete incollati allo schermo per tutti i 4,5 minuti di dimostrazione tecnica, garantito. Considerate che è il video fashion più cliccato di quest’anno e ha fatto letteralmente il giro del mondo, riuscendo ad arrivare a oltre 8 milioni di click, oltre che a battere colossi del fashion system come Chanel e Versace.
Del resto abbiamo visto come il foulard sia da anni e in particolare per questo 2011 un must, abbinabile a qualunque tipo di look. Da quello più elegante, alla versione più casual, fino ad un look decisamente chic. Il foulard è un accessorio versatile, che può essere trendy anche se non è griffato. Il Wendy’ foulard style ne è la prova.
Da Fashionblog

per gli appassionati di cinema...

Questo link merita!
Fotografare il cinema

Fidati di me..sono un ingegnere


lunedì 29 aprile 2013

Fiori d'arancia

da Creando Riciclando

Vecchi puzzle da riciclare

da Creando Riciclando

Sembra essere di tendenza...


La colazione della domenica



Milano e il Social Eating.
Questo è un fenomeno esploso nell'ultimo anno in Italia (in altri Paesi europei è in voga da più tempo) e ha permesso la nascita di numerosi social network il cui scopo è facilitare l'organizzazione, da parte di cuochi, chef non conosciuti o semplicemente appassionati della cucina e delle sue applicazioni, di eventi culinari a cui si può partecipare tramite una prenotazione e contribuendo alle spese sostenute per la preparazione del pasto (colazione, brunch, pranzo, cena).
In molti già la considerano la versione 2.0 della più classica "andiamo fuori a cena" con l'unica differenza che i partecipanti si sono incontrati e organizzati tramite la social net.
I più famosi Social italiani nati per questo scopo? 
NewGusto, Gnammo, Kitchen Party, Peoplecooks, Plonge.

Io invece cercando quà e là informazioni su questo tema, ho trovato Lidia e sono impazzita leggendo la descrizione della sua iniziativa che secondo me merita una buona lettura (nonsolofood.com). Lei è una blogger, a dirla tutta una blogger - food, che ha deciso di mettere a disposizione casa sua per la colazione domenicale. Chiamarla così è riduttivo.
Ci si prenota per 1, per 2 o per tutti i posti messi a disposizione e non bisogna far altro che presentarsi il giorno prestabilito (si trova il calendario degli incontri e il menù nel suo sito http://nonsolofood.com/la-colazione-della-domenica), per godersi la ricca colazione, rilassarsi e lasciarsi coccolare dal cibo.

Solo Lidia è capace di presentare al meglio quello che ama fare quindi non mi resta che presentarvela tramite le sue parole e il suo blog:


Adoro la colazione da sempre! Scatena i miei istinti di ospitalità più reconditi ed ogni volta che ho ospitato qualcuno a casa mia a NY o a Milano, sapeva che avrebbe goduto di una mia colazione speciale! Questo perché “ricevere” per me è un arte. Mi piace coccolare le persone, viziarle ed avere spesso amici a casa. Da qui ho deciso di aprire la mia casa e condividere con altre persone, amici, conoscenti, amici di web o sconosciuti (che poi diventano amici) questa tarda prima colazione. Inizia alle 11:30 e finisce all’ora che volete… la prima volta è finita alle 16!!!
Il nome “La Colazione della Domenica”, perché non mi piace chiamarla brunch, perché deve essere tradizione, deve avere il sapore della calma, della convivialità, di quei riti che fanno parte da sempre della Domenica. Un po’ come il pranzo in famiglia di una volta.
Aperta a tutti coloro che vogliono partecipare, per chi vuole condividere un momento di calma, per chi vuole farsi coccolare da una bella tavola imbandita, per chi ha voglia di trovarsi in una situazione nuova di social eating (all’estero è molto diffusa).
Un po’ dolce e un po’ salata (perché io adoro il salato a colazione) con qualcosa di italiano (ovviamente), qualcosa di americano (perché ho vissuto a NY) e qualcosa di francese (perché “vive la france”). Tutto “homemade” e quasi tutto bio.
Invito gli ospiti a sentirsi a casa loro, se preferiscono, possono anche portarsi le ciabatte da casa. Ci saranno i quotidiani da leggere, i fiori freschi, la musica e speriamo anche un bel sole!


sabato 27 aprile 2013

i 10 posti più strani in cui sposarsi

si può dire che sul matrimonio ci siano due scuole di pensiero: c'è chi lo vede come una cerimonia che deve rispettare la tradizione in  modo rigoroso, ed altri che invece scelgono di reinterpretare questo momento in modo decisamente personale.
Ecco allora che a volte capita che il matrimonio si svolga in luoghi decisamente insoliti.. eccone alcuni.

1) In un manicomio abbandonato
Rob e Alesia Conover hanno rinnovato la loro promessa di matrimonio in un manicomio abbandonato: “i nostri amici ci hanno sempre detto che siamo un po’ pazzi: hanno ragione”

2) In volo con i jetpack


Amanda Volf e Grant Engler volevano farsi notare, e ci sono riusciti, affittando dei jetpack che hanno indossato per il loro matrimonio “volante” a Newport Beach


3) Sul picco di una montagna

 Trek, a Londra.
  
Bob e Antoine sono amanti delle montagne di Seneca Rock, in West Virginia, dove è scattata anche la proposta di matrimonio. La coppia e i parenti più stretti ha scalato la cima rocciosa, mentre il fratello dello sposo è salito su una cima adiacente per fare le foto.


4) Ad una convention di Star Trek






I fan di Star Trek Jossie Sockertopp e Sonnie Gustavsson hanno deciso di sposarsi… con rito Klingon. Ispirati dal matrimonio tra Worf e Dax rappresentato in una puntata di Deep Space Nine, hanno realizzato il loro sogno ad una convention dedicata a Star Trek, a Londra.

5) In un furgoncino


Las Vegas è sempre stata famosa per i matrimoni super-veloci, con le chiesette sempre pronte a unire una coppia. Andy Gonzalez e James Cass hanno fatto un passo oltre, fondando la Las Vegas Wedding Wagon, un’agenzia il cui servizio è quello di fornire un furgoncino che può sposare una coppia direttamente sul marciapiede, per soli 99 dollari. Stephanie e Kelly Tucker, dalla Louisiana, sono stati i primi clienti.


6) Al cimitero


Diane Waller e  Randy Kjarland si sono sposati al cimitero di Oakwood: il loro desiderio infatti era quello di includere nella cerimonia i loro genitori, che avevano sempre approvato la loro relazione, ma sono mancati diverso tempo fa.

7) Dentro un negozio di ferramenta


Eva James e Darul  Pittman si sono conosciuti in un negozio di ferramenta della catena True Value, tra barattoli di vernice e  cacciaviti. I due hanno deciso di sposarsi nel punto esatto dove si s sono incontrati: un’idea nata inizialmente per scherzo, ma che poi i due sposini hanno deciso essere  la loro strada.

8) Su twitter


Una coppia turca, Cengizhan Celik e Candan Canik sono i primi ad essersi  scambiati la promessa matrimoniale via twitter, con l’approvazione del sindaco della cittadina dove vivono, che ha officiato le nozze.

9) In una stazione di servizio


Una coppia greca di Patras ha tenuto la festa di nozze in una stazione di servizio. In questo caso non si tratta però di passione degli sposi per le pompe di benzina, ma della necessità di risparmiare, che ha spinto la coppia a tenere i festeggiamenti nella stazione di servizio dello sposo.

10) In 30 posti diversi


Alex Pelling e Lisa Gant hanno deciso di esagerare, proponendosi di sposarsi non una ma ben 30 volte. La lista dei luoghi dove si sono sposati include  Peru, Messico, Hollywood, Las Vegas, Hawaii, Chile, Antigua, Costa Rica, Colombia e Regno Unito.
 
Fonte: Mercantedellenote


mercoledì 24 aprile 2013

Riflettiamo!



Un uomo si mise a sedere in una stazione della metro a Washington DC ed iniziò a suonare il violino; era un freddo mattino di gennaio. Suonò sei pezzi di Bach per circa 45 minuti.
Durante questo tempo, poiché era l'ora di punta, era stato calcolato che migliaia di persone sarebbero passate per la stazione, molte delle quali sulla strada per andare al lavoro.
Passarono 3 minuti ed un uomo di mezza età notò che c'era un musicista che suonava.
Rallentò il passo e si fermò per alcuni secondi e poi si affrettò per non essere in ritardo sulla tabella di marcia.Alcuni minuti dopo, il violinista ricevette il primo dollaro di mancia: una donna tirò il denaro nella cassettina e senza neanche fermarsi continuò a camminare.
Pochi minuti dopo, qualcuno si appoggiò al muro per ascoltarlo, ma l'uomo guardò l'orologio e ricominciò a camminare. Quello che prestò maggior attenzione fu un bambino di 3 anni.
Sua madre lo tirava, ma il ragazzino si fermò a guardare il violinista.Finalmente la madre lo tirò con decisione ed il bambino continuò a camminare girando la testa tutto il tempo. Questo comportamento fu ripetuto da diversi altri bambini.Tutti i genitori, senza eccezione, li forzarono a muoversi.Nei 45 minuti in cui il musicista suonò, solo 6 persone si fermarono e rimasero un momento.Circa 20 gli diedero dei soldi, ma continuarono a camminare normalmente. Raccolse 32 dollari. 
Quando finì di suonare e tornò il silenzio, nessuno se ne accorse. Nessuno applaudì, ne' ci fu alcun riconoscimento.Nessuno lo sapeva ma il violinista era Joshua Bell, uno dei più grandi musicisti al mondo.Suonò uno dei pezzi più complessi mai scritti, con un violino del valore di 3,5 milioni di dollari.Due giorni prima che suonasse nella metro, Joshua Bell fece il tutto esaurito al teatro di Boston e i posti costavano una media di 100 dollari.Questa è una storia vera. L'esecuzione di Joshua Bell in incognito nella stazione della metro fu organizzata dal quotidiano Washington Post come parte di un esperimento sociale sulla percezione, il gusto e le priorità delle persone. La domanda era: "In un ambiente comune ad un'ora inappropriata: percepiamo la bellezza? Ci fermiamo ad apprezzarla? Riconosciamo il talento in un contesto inaspettato?".
Ecco una domanda su cui riflettere: "Se non abbiamo un momento per fermarci ed ascoltare uno dei migliori musicisti al mondo suonare la miglior musica mai scritta, quante altre cose ci stiamo perdendo?"

Outfit uomo e donna


Leggi strane nel mondo - parte 2


Il Daily Telegraph, prendendo spunto dal libro The Law is an Ass, ha elencato le leggi più assurde del mondo. Attenzione, non stiamo parlando di norme del Medioevo ma di atti presenti nei testi giudiziari ancora oggi.
1. Vietato morire: Longyearbyen, una sperduta dell’Artico appartenente alla Norvegia, vieta la morte. Assurdo? Il problema è che qui non si possono seppellire cadaveri, perché la superficie è composta di ghiaccio e nel permafrost, si sa, i corpi non vanno in decomposizione. Sull’isola non sono permessi cadaveri, quindi da 70 anni i malati gravi e i cadaveri freschi vengono subito inviati sulla terraferma.
2. Divieto di Durione: ci spostiamo a Singapore per fare la conoscenza del Durione, un frutto locale dal sapore a tratti rivoltante ma particolarmente apprezzato dai locali. Una legge ne vieta però il consumo sui mezzi pubblici, a causa del suo forte odore, in grado di tramortire anche lo stomaco più resistente.
3. Dogana onnipotente: un paradosso tutto britannico che riguarda le cause intentate contro la polizia doganale. Le leggi doganali del 1876 (ancora in vigore) impongono il preavviso di almeno 30 giorni per ogni azione contro gli ufficiali predisposti al controllo di dogana, ma la stessa legge impone di intentare la causa entro e non oltre il mese dal momento del fatto.
4. Divieto di accesso per turisti: in Kenya esistono intere aree del territorio dove l’ingresso agli stranieri è vietato. Si tratta perlopiù di zone selvagge del parco Masai Mara, nel sud del paese, in cui ai turisti è vietato uscire dai percorsi prestabiliti. Le pene per i trasgressori sono molto severe.
5. Attacco alieno: ebbene sì, anche gli attacchi alieno sono sottoposti a norme precise in Gran Bretagna. Si tratta nello specifico dell’Outer Space Act del 1986, secondo cui il Segretario di Stato ha il diritto di respingere ogni attacco alieno non autorizzato al Regno Unito, a meno che gli extraterrestri “non siano autorizzati” da apposita licenza ad invadere.
6. No alla mimetica: in caso doveste andare in vacanza in Trinidad e Tobago, fate attenzione a come vestite, perché è assolutamente vietato indossare mimetica o abiti militari (o che possano sembrare tali). In caso contrario scatta l’arresto, previo sequestro dell’indumento sconveniente.
7. Chi è sazio paga: una legge che farà piacere agli amanti della buona cucina arriva dalla Danimarca, dove una norma specifica prevede che al ristorante non si debba pagare per quello che si ordina, a meno che il cliente non sia pienamente soddisfatto e satollo a fine pasto.
8. Attenti al bisognino: nella vicina Svizzera molte norme regolano la vita sociale (e anche privata) dopo il tramonto. Una delle più curiose prevede il divieto di tirare lo sciacquone al bagno dopo le 22 nei condomini, a causa del rumore fastidioso. L’inquinamento acustico non piace, ma il divieto di bisognino è un problema nel Paese della cioccolata.
9. Divieto di obesità: l’immagine che tutti abbiamo dello sport giapponese è quella dei giganti del sumo, ma in realtà in Giappone l’obesità non è per niente ben vista. In uno dei Paesi più magri al mondo dal 2009 esiste una legge che impone un tetto al girovita, che deve essere massimo 80 cm per gli uomini e massimo 90 cm per le donne.
10. Diritto di evasione: molte le norme curiose dalla Danimarca, uno dei Paesi più civili non solo d’Europa ma del mondo intero. Ad esempio, ogni automobilista ha l’obbligo di dare un’occhiata sotto la propria macchina prima di mettere in moto, per verificare che non ci siano bambini che si sono accidentalmente addormentati sotto di essa. Niente paura, comunque, se ne investite uno e finite in galera, in Danimarca l’evasione non è reato.

Cancellato da Facebook senza saperlo




Disabilitato da Facebook senza preavviso. Motivo? Perché si chiama Valentino Rossi. Le regole del più noto social network vietano che si impersonino celebrità. Farlo costituisce una violazione, punita con la cancellazione del profilo. 

«Ma io mi chiamo davvero Valentino Rossi – afferma  il presidente della Confesercenti di Bordighera e Vallecrosia, ex consigliere comunale e imprenditore – Non è colpa mia se questo è il mio nome. Oltretutto, se proprio vogliamo dirla tutta, sono nato prima io del Valentino Rossi del mondo delle moto». Il Rossi bordigotto si sente vittima di un’ingiustizia: «Da un giorno all’altro sono stato cacciato dal social network, senza aver fatto nulla di male e senza essere avvertito. Oltretutto non mi hanno neppure dato la possibilità di spiegare la situazione. E ora non so cosa fare per mettermi in contatto con Facebook, anche se non dovrei giustificare nulla».
 Rossi elenca la situazione “tragicomica” in cui si è trovato di punto in bianco: «Non voglio fare drammi, e cerco di prenderla con il sorriso, ma la disattivazione del mio account sul social network è stato uno choch. Ho acceso il computer e non ritrovavo più il mio profilo. Mi sta procurando gravi problemi. Mi ha escluso improvvisamente da tutti i miei contatti: non solo dagli amici, ma anche dalle persone con cui mi relazionavo per lavoro e politica.  Usavo davvero tanto questo mezzo di comunicazione. Con Facebook, ormai, si evitano telefonate ed email, ed è facile trovare anche persone di cui non conosci i recapiti: è più veloce ed economico. Per tutti i miei contatti sono sparito senza motivo. Ora non so più come rintracciare queste persone. Molte, non ritrovandomi sul social, penseranno che ho cancellato la loro amicizia in modo maleducato e ingiustificato. Ma non è così». Ma non basta: «Avevo anche attivato alcuni servizi a pagamento tramite Facebook: per scaricare canzoni e giochi per mio figlio. E ora non posso disattivarli. Per fortuna l’ho fatto con una carta ricaricabile, e quindi quando sarà esaurito il credito, terminerà il servizio. Per non dire delle foto e delle notizie che avevo caricato: che fine hanno fatto? Facebook è uno strumento utile ed ero spesso sul social network». Il bordigotto è stato disattivato da Facebook con un messaggio: «Poche parole per dirmi che il mio account era falso e violava le condizioni d’uso di Facebook, in quanto deve riportare il mio nome reale completo. E’ vietato impersonificare qualcun altro, a maggior ragione una celebrità. Ma non è il mio caso. Tutto questo è assurdo». Sapeva che portare lo stesso nome di un vip gli avrebbe creato qualche problema, ma non pensava fino a questo punto: «Quando mi sono registrato, anni fa, non avevano accettato il mio nome e cognome. Ero riuscito soltanto con lo stratagemma di aggiungere un terzo nome: “Rouges”. Su Facebook ero quindi “Valentino Rossi Rouges”. Non capisco perché adesso, dopo tanto tempo, la mia identità non venga più riconosciuta come reale, e quindi sia stato cacciato da Facebook in malo modo». Un’altra beffa: «Per gli stessi motivi, ora non posso neppure registrarmi di nuovo con il mio nome. Potrei farlo con un uno finto: ma è proprio quello che non vuole Facebook. E, comunque, chi mi conosce non mi troverebbe. Insomma, mi sento privato della mia indentità: come il Fu Mattia Pascal. E’ come se fossi senza documenti. Io, per il mondo di Facebook, non esisto più». Una vicenda grottesca, che sorprende ancora di più quando l’imprenditore racconta la sua storia: . I due Valentino Rossi si sono incontrati, anni fa, per caso, in Messico, in vacanza: per caso si trovavano in un due alberghi vicini: «L’ho salutato, ma nulla di più». All’epoca non si sarebbe immaginato che il caso di omonimia gli avrebbe provocato problemi sulla rete. Ovviamente non per colpa del campione. Conclude l’imprenditore: «Essere stato “bannato” ingiustamente mi ha isolato, tagliandomi tutti i contatti, e creato non poche complicazioni. Mi rivolgerò ad un avvocato amico per chiedere se ci sono gli estremi per una richiesta di danni. E, se li otterrò, andranno tutti in beneficenza».

da "La Stampa" del 23 Aprile 2013

Farfalle a parete


Da Creando riciclando

martedì 23 aprile 2013

Lettura consigliata




Ieri ho acquistato un libro che consiglio per tutti quei genitori che vogliono far capire ai propri figli le nuove famiglie emergenti. Si intitola "Il grande grosso libro delle famiglie"di Mary Hoffman con illustrazioni di Ros Asquith (che io adoro).
Le famiglie sono ormai di tutti i tipi e dimensioni: questo libro ne mostra le differenti forme, con diversi modi di vivere, di abitare, di vestirsi, di andare in vacanza o di esprimere emozioni...


Leggi strane nel mondo -parte 1°

Paese che vai, legge che trovi. Come quelle ridicole o comunque strane che ha scovato il "Times" in giro per il mondo. Sapevate, ad esempio, che in Francia è proibito chiamare un maiale "Napoleone" o che in Alabama è proibito avere gli occhi bendati mentre si guida? Ma anche che a Miami, in Florida, non si può fare skateboard in una stazione della Polizia, mentre nel Vermont una moglie deve avere il permesso scritto dal marito per farsi mettere i denti finti? 
Eccone alcune tratte da un articolo del "Corriere della Sera", scritto da Simona Marchetti.
LONDRA. Paese che vai, legge che trovi. Come quelle ridicole o comunque strane che ha scovato il "Times" in giro per il mondo. Sapevate, ad esempio, che in Francia è proibito chiamare un maiale "Napoleone" o che in Alabama è proibito avere gli occhi bendati mentre si guida? Ma anche che a Miami, in Florida, non si può fare skateboard in una stazione della Polizia, mentre nel Vermont una moglie deve avere il permesso scritto dal marito per farsi mettere i denti finti?

Norme insolite, in una classifica tutta da leggere. E, ovviamente, da ridere:
1) La testa di una balena morta trovata sulle coste inglesi appartiene al Re, mentre la coda è della Regina (nel caso in cui ne avesse bisogno per farsi fare un busto).
2) In Bahrain, un ginecologo maschio può visitare una donna, ma non può guardarle direttamente le parti intime e le può vedere solo attraverso il riflesso di uno specchio
3) A Londra, è illegale fermare un taxi e salirci sopra se si ha la peste
4) Nel Vermont, le donne hanno bisogno del permesso scritto del marito per mettere i denti finti
5) A Boulder, in Colorado, è illegale uccidere un uccello entro i confini della città, come pure possedere un animale domestico: legalmente parlando, gli abitanti di Boulder sono esclusivamente "pet minders", ovvero badanti degli animali
6) Nella città di York si può uccidere uno scozzese all’interno delle antiche mura della città, ma solo se questi ha in mano arco e frecce
7) A Chester, gli uomini gallesi non possono entrare in città prima dell'alba e restarvi dopo il tramonto
8) Nel Kentucky, non si può portare un'arma di nascosto lunga più di 6 piedi (182 centimetri)
9) In Florida, le donne non sposate che fanno paracadutismo di domenica rischiano la galera
10) In Gran Bretagna, un uomo che si trova costretto a urinare in pubblico, lo può fare solo se mira alla ruota posteriore della sua auto e tiene la mano destra sul veicolo
11) In San Salvador, gli autisti ubriachi possono essere uccisi da un plotone di esecuzione
12) A Londra i "Freemen" (onorificenza medievale) possono condurre le pecore giù per il London Bridge senza pagare alcun dazio e possono inoltre portare le oche lungo il Cheapside
13) In Inghilterra, tutti gli uomini al di sopra dei 14 anni devono esercitarsi due ore al giorno con l’arco
14) In Indonesia, la pena per la masturbazione è la decapitazione
15) A Miami, in Florida, è illegale andare con lo skateboard in una stazione di Polizia
16) Nel Lancashire, nessuno può incitare un cane ad abbaiare, dopo che un poliziotto gli ha intimato di smettere
17) In Inghilterra, una donna incinta può fare i suoi bisogni dove vuole. Perfino, se lo desidera, nel casco di un poliziotto
18) Le navi della marina inglese che entrano nel porto di Londra devono rifornire con un barile di rum il governatore della Torre di Londra
19) In Ohio, è contro la legge prendere un pesce azzurro
20) In Alabama, è illegale per un autista guidare bendato
21) Secondo le leggi inglesi sull’evasione fiscale del 2006, è illegale non dire a un agente del fisco qualcosa che voi non volete che lui sappia, sebbene non dobbiate dirgli qualcosa che non pensate che lui debba sapere
22) In Francia, è proibito chiamare un maiale "Napoleone"
23) È considerato tradimento mettere il francobollo raffigurante il Re inglese capovolto
24) Non si può morire in Parlamento
25) È proibito per un taxi di Londra trasportare cani rabbiosi o salme

Quì abita un genio


L'angolo del Fai da Te!

Da: Creando e Riciclando

lunedì 22 aprile 2013

COME COSTRUIRE UN PANNELLO SOLARE CON BOTTIGLIE DI PLASTICA.



COME COSTRUIRE UN PANNELLO SOLARE CON BOTTIGLIE DI PLASTICA.Questo pannello solare, non solo produce energia pulita da una fonte rinnovabile , il sole, ma riutilizza anche bottiglie di plastica. Inoltre, chiunque può costruirne uno. Si tratta di una invenzione di un meccanico brasiliano in pensione di nome José Alano il quale ha dimostrato che l'energia rinnovabile è a disposizione di tutti e che potrebbe non essere così costoso come si vorrebbe far credere.Per costruire questo pannello solare bisogna raccogliere bottiglie di plastica e Tetrapak. Il prototipo di Josè è in funzione dal 2002 e da allora lui cerca di divulgare l'idea in Brasile con conferenze e laboratori. Si stima che oggi più di 7.000 persone usano questo pannello solare.Questi i materiali che occorrono per la realizzazione:60 bottiglie di plastica da due litri, 50 cartoni, un tubo in PVC con una larghezza di 100 mm, un tubo di PVC 20 mm, PVC 4 gomiti 90 gradi da 20 mm (4) , connettori a T da 20 mm in PVC , tappi in PVC da 20 mm.Questo il link con le istruzionihttp://ecocosas.com/arq/calentador-solar-gratis-con-botellas-pet/

domenica 21 aprile 2013

Bianco o nero?





Sono vanitosi, imbottiti di privilegi, hanno bocche piene di soldi. Non sono mai entrati in un discount, non hanno mai rovistato in un cassonetto, non conoscono l’onta di essere stati licenziati dopo che hai fatto il tuo dovere. Entrano ed escono dalle loro Audi blu pagate dai cittadini con l’aria di esserne i padroni. Si baloccano con i sondaggi, si misurano il loro cazzo di popolarità, fingono di darsi addosso l’un l’altro, invece di lavorare anche la notte per il bene comune. Spenti i riflettori si raccomandano a vicenda i loro famigli. Quando noi ci uccidiamo, i giornalisti (quelli diventati potenti cibandosi di briciole sotto ai loro tavoli) si eccitano perché la morte fa impennare lo share. Corresponsabili della crisi, somministrano ricette per debellarla. Ormai sono patetici: politici, giornalisti, sondaggisti, tutto il cucuzzaro. Perfino il mio televisore, quando lo accendo, arrossisce. Sembra di vivere nell’orgia del potere dei colonnelli greci ma in un’operetta, come ogni cosa seria che accade in Italia. Dicevano che l’Europa ci avrebbe resi più forti e la globalizzazione competitivi. Che avremmo dovuto lavorare come cinesi non ce lo dissero, altrimenti non li avremmo votati. Probabilmente non l’avevano neppure capito. Ora non capiscono che cosa diavolo stia accadendo e perché mai sono tanto detestati. La chiamano “antipolitica” come se la loro fosse “politica”. De Gasperi diceva che “politica vuol dire realizzare”. Questi hanno realizzato se stessi nella politica e le loro Minetti. È diverso. Come mai l’esercito non abbia ancora fatto un colpo di Stato è un miracolo. Come mai Montecitorio non sia stata ancora data alle fiamme è un mistero. Nessuna persona di buon senso si augura né l’uno né l’altro. Al contrario, ciascuno dovrebbe approfittare della crisi per rivoluzionarsi. Incendiare la propria Bastiglia, darsi del fesso per aver creduto a vane promesse, rimboccarsi le maniche, offrire una mano al prossimo e cercare un politico fra gli ultimi. Incredibile ma vero: in Italia esistono ancora persone perbene. Trovarle non è difficile, sono state isolate una per una. Si riconoscono da una certa luce negli occhi, non si lamentano, si danno da fare tutto il giorno, sanno ascoltare, perfino sorridere nonostante gli acciacchi e i quattro soldi con cui tirano avanti. Se offrirete loro di candidarli al Parlamento, declineranno timidamente l’invito. Sanno che servizio più umile e gravoso della politica non c’è. Sono i giusti. Quelli di cui il paese ha bisogno. Proteggeteli, votateli, e sperate che non si pieghino né si corrompano. La Messa laica è finita. 
Andate in pace. Amen.

Dal profilo di  Diego Cugia
Diego Cugia ha scritto e diretto "Alcatraz", "Il Mercante di Fiori", "Zombie". Fra i suoi libri: "No" (Bompiani)"Un amore all'inferno", "24 Nero" (Mondadori). E' in uscita "Tango alla fine del mondo" (Mondadori, pag.550, 25 Maggio 2013).

L'annuncio più bello della storia!


venerdì 19 aprile 2013

Ci risiamo - PSY!



E dopo il successo dello scorso anno con il suo "Gangnam Style" eccoci con "Gentlemen" (che poi è l'unica parola riconoscibile nella canzone cantata in coreano con ritornello nella lingua di Sua Maestà che recita: I-I-I I'm a, mother-father-gentleman).

PSY- Gentleman


Già si è confermato come fenomeno mediatico su You-tube. Dal 13 aprile, giorno in cui è stato caricato il video, al 19 aprile a guardare il video sono stati più di 150.000.000 di persone. Paura?
Direi di sì!
In molti si chiedono come una canzone così tamarra, così insignificante, cantata da un omino così buffo e con una faccia così assurda, possa conquistare le orecchie di così tante persone. Penso che questo sia un grande mistero!
La sua "Gangnam Style" ci aveva messo 44 giorni ad arrivare a quota 100 milioni e ora è a quota 1 miliardo e mezzo!
Il suo nuovo singolo però non è stato ben accettato da tutti ed è stato censurato dalla televisione pubblica sudcoreana (KBS). Le immagini del "subbuglio" sono quelle relative al cantante che prende a calci alcune segnaletiche stradali. La tv pubblica accusa infatti il rapper di danneggiare l'ordine pubblico e istigare atti di vandalismo per le strade. 

A me singolarmente non fa impazzire come canzone, seppur nella sua assurdità, non ha il ritmo della precedente, ma "non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace" quindi via con l'ascolto!

ps: per tutte le ragazze che si preparano a ballare quello che è già stato definito come il tormentone dell'estate consiglio di munirsi di elastico e via di coda di cavallo!

Giappone No Tatoo

Incomprensioni culturali

Di rientro dal Giappone, un'amica nel raccontarmi le sue avventure, mi ha parlato di una strana "cultura" che non le ha permesso di poter accedere alle SPA (onsen, in giapponese). Il perchè? il tatuaggio.
In effetti, questo fenomeno sociale (il tatuaggio) in Giappone non è proprio gradito e viene associato ad un immagine poco carina e molto "mafia-italiana"
Documentandomi è facile trovare annotato sulle più note guide turistiche per la visita del Paese che il tatuaggio è quasi bandito e le leggi nel Paese del Sol Levante mettono allerta i turisti con note di questo genere:

il concetto di questo "tatoo warning" spiega molto bene come il tatuaggio non è proprio ben accettato soprattutto se ne avete più di uno perchè potreste avere molte complicazioni ad entrare nelle terme e in alcuni locali.
Strani questi giapponesi! La mia amica ha dovuto usare metri di cerotti per coprirli e in alcune SPA è riuscita ad eludere la sorveglianza!
(N.b: in questi onsen è assolutamente d'obbligo entrare nudi)
Molti sono i racconti divertenti e originali che arrivano suo viaggio..per esempio:

1. non soffiatevi il naso davanti ad altre persone. Piuttosto "tirate su" o nascondetevi per soffiarvelo e mi raccomando non con fazzoletti in stoffa altrimenti vi linceranno con lo sguardo.
2. niente sigarette per strada. Infatti fumare in un area non indicata come "smoking area" oltre ad essere illegale è anche sinonimo di maleducazione
3. non rispondete al cellulare se siete in treno. E' buona educazione spegnerlo o, se suona, piuttosto spaccarlo al suolo ;-)
4. al ristorante non passate il cibo da piatto a piatto. Riponetelo in una ciotola e passate la ciotola. Passare il cibo ricorda un gesto che si fa durante i funerali.
5. se volete emulare la seduta tipica dei giapponesi al momento dei pasti (stile seiza) sappiate che se state in quella posizione per 10 minuti non vi rialzate!
6. prima dei pasti dite "itadakimas" che significa "accolgo umilmente questo cibo"

Ora siete pronti per il Giappone!

1993-2013